Mi sono ritrovata sola, tutto è diventato ex

A un certo punto della vita, dopo 18 anni di matrimonio e con due figli che stanno diventando ogni giorno più grandi, non ti aspetti che qualcosa distrugga tutto quello che avevi creato con un’altra persona. E’ difficile esporre tutto in un racconto, perché tutte le certezze che avevo, in breve tempo si sono trasformate in dubbi. Sì, perché la mia separazione non mi ha fatto vedere la fine di un amore, ma le bugie di un uomo… bugie in parte scoperte già nel matrimonio, che non so quando sono iniziate; ma, soprattutto, non so se c’è mai stata una verità da parte sua, non so cioè se lui mi abbia mai amato.

Ci siamo sposati un anno dopo esserci conosciuti, e quasi subito da due siamo diventati tre, con la nascita della nostra prima figlia: una figlia bellissima, vispa, che ci riempiva le giornate. Io ero felicissima, lui forse ancora di più, visto che gli era stata diagnosticata una difficoltà a procreare.

Dopo qualche anno, abbiamo deciso di fare il secondo figlio. E’ stata una sorpresa l’attesa di due gemelle… una sorpresa distrutta da una complicanza a cinque giorni dal parto. Morte di entrambe le bambine. Ricordo le mie lacrime, i miei urli nella notte, ricordo la tristezza sul mio volto, i sorrisi finti verso la nostra bambina che aveva tre anni…. ma di lui non ricordo nessuna lacrima. Certo, lo giustifico: ognuno di noi affronta il dolore come crede.

Il tempo passa e dovrebbe far diminuire il dolore, ma per chi affronta un lutto non è così. Io ho iniziato a soffrire di attacchi di panico e crisi d’ansia. Sono andata in terapia con psicologi e psichiatri, e ovviamente cocktail di psicofarmaci per affrontare le giornate. Lui inizia a sentire assiduamente una persona nell’ambito del lavoro: lo scopro, e lui si giustifica dicendo che voleva essergli vicino perché il padre stava morendo. Già…il padre…una persona anziana…una persona che non conosceva…. Intanto io…noi…avevamo perso le nostre figlie, e dov’era il suo aiuto? Certo, mi portava alle sedute dai medici, ma io sentivo che ad affrontare il tutto ero sola. E da sola ho affrontato tutto. Ricordo che una volta con la psichiatra ho esposto i miei dubbi sulla fedeltà di lui, e mi hanno aumentato la dose dei farmaci: secondo loro era la malattia a farmi vedere i tradimenti. No, non ci stavo: lui per me aveva sbagliato e io dovevo aumentare i farmaci? Ho iniziato a tirar fuori le unghie, a diminuire i farmaci, a cercare di guarire, ma soprattutto ho sospeso le sedute dai medici. E lui… l’ho perdonato; in fin dei conti non è facile vivere di fianco a una persona che soffre psicologicamente, che è costretta a prendere i farmaci per uscire di casa… povero, l’ho portato io a cercare la felicità altrove.

La vita andava avanti, stando bene ho iniziato a vivere appieno le mie giornate. La mia famiglia era tutto. Ci dividevamo i compiti, eravamo sempre insieme, camminavamo mano nella mano e crescevamo nostra figlia. Ogni tanto qualche sua amicizia mi creava gelosia. Ma io sono gelosa di carattere, lo so; lui non faceva nulla di male. Passava tutto il tempo con me, tranne quando era al lavoro. Eravamo felici! Certo, a lui piaceva essere al centro dell’attenzione, e forse, ahimè, io invece mettevo nostra figlia al centro.

Volevo il secondo figlio. Io, figlia unica, non ci stavo all’idea che mia figlia rimanesse tale. Lo volevo fortemente, sapevo che sarebbe stata una gravidanza molto difficile soprattutto dal punto di vista psicologico. Vivevo tutti i giorni oscillando tra la voglia di rimanere incinta e la paura che poi l’avrei perso. Tutti mi dicevano che ormai mia figlia era grande, che avere un figlio sarebbe stato come aver due figli unici, ma il mio desiderio era enorme.

Dopo tante preghiere, la notte di Natale ho scoperto di essere incinta. Gravidanza iper-controllata in ospedale, due ecografie alla settimana, farmaci, riposo, ricoveri e soprattutto tanta ansia. E mentre vivevo tutto questo, lui che faceva? Mi stava vicino, mi accompagnava alle visite, portava la bimba a scuola e contattava su Facebook una compagnia d’asilo. Che c’è di male? Cominciarono le uscite di nascosto mentre io ero ricoverata, lasciando la figlia dai nonni, e tante chat tra di loro “Sono divorziato, senza figli…vivo solo…dai usciamo a cena…com’era bello il tuo reggiseno nero che si intravvedeva sotto la maglia…tua figlia è bellissima”. Mi sono letta tutte le loro conversazioni via chat, più le leggevo e più mi sentivo morire “Tesoro, ho un problema…mesi fa sono andato a fare dei lavori dalla mia ex moglie (io… io che ex non ero),  so che  ho sbagliato, siamo finiti a letto…è incinta…questo figlio è un errore”. UN ERRORE????? Nostro figlio un errore? Sono letteralmente impazzita, gli ho chiesto di lasciare la casa, di non riconoscere il suo ERRORE, di sparire dalla mia vita, dalla nostra vita. Lui chiedeva il perdono, io non mangiavo più, i medici erano preoccupati per la gravidanza.  Giurava che non era successo nulla, non ci era andato a letto, erano usciti solo una volta. Ho contattato l’altra e le ho raccontato che eravamo sposati, che era vero che stava arrivando un bimbo, ma esisteva anche una bambina quasi adolescente. Ho trovato dall’altra parte una ragazza separata, delusa dal suo matrimonio, che mi confermava che tra loro non era successo nulla, che a pelle aveva sentito di non fidarsi, ma che soprattutto mi consigliava di tagliare con lui, perché una persona così non cambia.

Certo, potevo chiudere la nostra storia, e invece sono rimasta con lui. Potrei dire che l’ho fatto per nostra figlia che lo adorava, potrei dire che l’ho fatto per il bimbo che stava arrivando, per non negargli un padre e una famiglia normale. No!!! l’ho fatto per me, perché io l’amavo, era l’uomo della mia vita, non potevo vivere senza di lui, e magari io ero stata troppo attenta alla gravidanza per dargli le giuste attenzioni e si era sentito escluso. Insomma, anche questa volta era stata colpa mia.

Non è stato facile, non mi fidavo. Ma lui era un padre presente, un marito che ti riempiva di sorprese, che faceva di tutto per rendermi felice, che era disposto a portarmi ovunque io volessi….non è questo l’amore? Il sentire che un uomo è disposto a realizzare tutti i tuoi sogni. Non ci mancava nulla. Certo, ogni tanto qualche problema capitava, ma come in tutte le coppie… una figlia che andava male a scuola, suoi problemi sul lavoro, problemi finanziari. Questi maledetti soldi, che nonostante due stipendi che entravano tutti i mesi non ci facevamo arrivare alla fine del mese. A volte mi arrabbiavo con lui, quando vedevo gli estratti conti, per tutti quei prelievi che faceva. Certo, avere due figli è una spesa, e lui non era mai stato abituato da nessuno a cercare di risparmiare. Ma comunque ero felice con lui, le persone della zona ci vedevano insieme innamorati…

All’improvviso ha comprato uno smartphone, così, durante il tragitto per andare al lavoro in treno, poteva distrarsi sui social. Che c’è di male? Quasi tutti avevano uno smartphone. Certo, vedere una persona così attaccata a un telefono da portarlo da tutte le parti era quasi imbarazzante…e poi sono iniziati i suoni delle notifiche dei messaggi in piena notte. Sono iniziate le litigate, le mie accuse e lui che smentiva tutto….non aveva nessuna!!!

Siamo andati avanti un mese, con me che alzavo le antenne e lui che era tranquillo. Aveva una donna? No: aveva una serie di donne, ci chattava e con alcune è andato ben oltre…. scambio di foto e di filmati da entrambe le parti senza veli. Dopo che é stato scoperto, ha intensificato la conoscenza con una ragazza e dopo poco ha chiesto la separazione ed è andato a vivere con lei e le figlie di lei.

Io sono rimasta sconvolta, e continuo ad esserlo: con chi dividevo il letto? Chi era quell’uomo, che su Facebook faceva parte di un gruppo chiuso dove si scambiavano del materiale pornografico? Cosa ho fatto mancare a quell’uomo? Ma ero io quella sbagliata o era lui?

I primi mesi sono stati pesantissimi. Gli amici non riuscivano a crederci, lui scriveva su Facebook proclamando il  suo grande amore per questa donna, l’unica che lo poteva capire… io ero la strega, la donna perfida e cattiva. L’ho bloccato su Facebook, non volevo più leggere di quel loro amore, della casa che stavano creando, delle figlie di lei che l’avevano accettato. Mi faceva male e lo fa tutt’ora.

Gli amici si sono allontanati, tutto è diventato ex: ex marito, ex suoceri, ex cognata… tutti i ponti si sono tagliati. Mi sono ritrovata sola, con una figlia quasi 18enne che aveva paura di un mio crollo psicologico e un bambino di 6 anni che aveva bisogno di me. 

Come potevo sopravvivere? La prima paura è stata quella finanziaria: non riuscivamo ad arrivare alle fine del mese con 2 stipendi, come avrei fatto io da sola con un contratto par-time e con tutte le spese sulle mie spalle? E psicologicamente: chi avrebbe potuto reggere tutti quegli incontri dall’avvocato, quelle chiacchierate interminabili in cui la professionista raccoglieva tutte le prove dei tradimenti e si dichiarava disposta a ottenere di tutto e di più in tribunale, e che invece mi ha fatto ottenere il minimo. E quelle offese gratuite di lui e della sua compagna? E quelle falsità che hanno colpito anche i nostri figli?

Ricomincio da me? Forse l’ho fatto, forse non me ne rendo conto, forse su alcune cose non sono neppure disposta ad accettarlo. Ogni mio successo attuale mi crea tanti dubbi sul mio matrimonio: finanziariamente non arrivo tirata a fine mese, faccio le mie uscite e non faccio mancar nulla ai miei figli. Perché prima non si riusciva, dove finivano quei soldi?

Lui mi ha accusata, tra le tante cose, che con me non si usciva mai con gli amici. Ma allora, perché io non sto mai in casa? Perché continuo a sfogliare la pagina degli eventi? Attacchi di panico? No grazie, non ne ho il tempo. Ho riconosciuto da molto che una delle cause della malattia era lui; finita la storia con lui, tutta l’ansia è diventata gestibile.

La mia vita è cambiata. Ho avuto la forza di risollevarmi, anche se ogni tanto la stanchezza e mille dubbi fanno capolino. Tante domande ancora mi assillano, e sono domande a cui non riesco a dare una risposta; ma so che, se un giorno troverò la risposta, allora la mia rinascita sarà completa, avrò un punto certo su cui partire, su cui costruire il mio futuro.