Raccontaci tua storia.
Sono vedovo da nove anni, e ho un figlio adolescente, adottato. Ho conosciuto mia moglie un bel po’ di tempo fa… siamo stati fidanzati per sette anni, dopodiché ci siamo sposati. Per me, lei era la donna della mia vita, e quindi la mia aspettativa era di trascorrere tutta la vita insieme a lei, cosa che purtroppo non è avvenuta. I primi segnali ci sono già stati quando eravamo fidanzati, perché mia moglie ha avuto una gravissima malattia, la leucemia, e quindi è stata sottoposta ad un trapianto di midollo osseo, e tutte le cure che ha subito l’hanno portata poi ad avere delle conseguenze che l’hanno portata alla fine a mancare. Quindi, tutto quello che avevo immaginato di fare e tutto il tempo che avevo immaginato di trascorrere con lei purtroppo è venuto meno. Quando lei è mancata, infatti, è come se si fosse spento il sole per me. La nostra vita da fidanzati è stata molto travagliata, proprio perché la malattia c’era già da prima del matrimonio. Siamo andati comunque avanti: mi aveva anche chiesto se volessi continuare la storia con lei, proprio perché non era sicura di sopravvivere. Abbiamo superato l’intervento, il trapianto di midollo, e poi ci siamo sposati. Sposandoci sapevamo già che non potevamo avere figli, e quindi avevamo in mente di adottare un bambino. Nonostante tutto quello che è capitato, lei è stata la forza trascinante, è stata lei che ha voluto ardentemente questo bambino. Abbiamo trovato questo magnifico bambino dopo sei anni e mezzo di attesa, quindi dopo nove anni di matrimonio, perché bisogna essere sposati da almeno tre anni per poter chiedere l’adozione. Purtroppo, dopo poco tempo dall’adozione, mia moglie è venuta meno, e così siamo rimasti noi due: io e quello che definisco l’ultimo regalo di mia moglie, cioè mio figlio.
Come hai affrontato la crisi?
Diciamo che la crisi io non sono riuscito ad affrontarla, non l’ho veramente affrontata; sono stato travolto. Quando è venuta meno mia moglie, nonostante tutte le avvisaglie non ero pronto; non si è mai pronti. Per me appunto si è spento il sole, quindi c’è stato un buio completo per mesi. L’unico barlume di luce che mi ha permesso di uscire dalla disperazione in cui ero è stato proprio mio figlio. Non potevo lasciarmi andare, per lui, quindi devo dire che più che essere uscito io è stato mio figlio a trascinare fuori me dalla crisi. Non è stata sicuramente una cosa veloce, la ferita rimane, è ovvio che pensando a mia moglie la cicatrice c’è ancora, però è una cicatrice che piano piano si riduce, fa sempre meno male. Il tempo è l’unica cura per queste cose. Quanto tempo è passato prima che potessi cominciare a rivedere le foto, i video che avevo fatto a mia moglie prima, senza smettere per il troppo dolore? È passato quasi un anno, più o meno. Questo è personale, questa può essere una cosa che riguarda me, mentre magari altri ci impiegano un tempo diverso per poter affievolire il dolore: è in funzione delle persone, del carattere. Io, adesso, presumo di poter dire di avere raggiunto un certo equilibrio: sono nuovamente fidanzato, c’è sempre il ricordo di mia moglie, ma questo non ostacola i sentimenti verso l’altra persona.
Come vive oggi tuo figlio? La sua vita è soddisfacente o secondo te ci sono ancora delle cose irrisolte, qualcosa che lui non è riuscito ancora elaborare bene? Che cosa secondo te ha perso e che cosa può avere guadagnato da questa situazione, se si può dire così?
Per queste cose potrebbe rispondere sicuramente meglio uno psicologo. Io posso dire che secondo me non ha guadagnato nulla: lui ha solamente perso due volte la madre. La sua prima, quella naturale che lui non ha mai visto, e la sua seconda madre, quella adottiva. Quindi, secondo me a mio figlio è mancata una figura femminile, e forse gli manca tutt’ora, anche se forse adesso è troppo tardi, nell’adolescenza. Io ho sempre cercato di fare sia da padre che da madre,, ovviamente, ma è quasi impossibile, anche perché mia moglie aveva un carattere completamente diverso dal mio, che compensava tutti quelli che secondo me sono i miei difetti. Certo, io ho cambiato un po’ il mio approccio nei confronti di mio figlio. Essendo io introverso, cerco sempre di prendere l’iniziativa, di parlare, di fare delle discussioni, anche se vado un po’ contro la mia natura; ma sicuramente non è come se ci fosse una figura femminile. Secondo me a mio figlio manca quello.
Tuo figlio ha affrontato la preadolescenza e l’adolescenza in questa situazione. Secondo te ha passato esperienze peggiori del normale a causa della sua situazione?
Può essere, non sono sicuro; però è come se lui avesse perso due volte la mamma, e una volta sarebbe più che sufficiente. Lui sa benissimo che non è mio figlio naturale. Per lui è stato un rifiuto il fatto di avere perso la sua prima madre, il fatto che non sia con la sua mamma vera; dopodiché, ha perso nuovamente quella che era la sua seconda mamma, quando lei era ancora così giovane. È ovvio che questo ha influito; come, non lo so. Le visite dallo psicologo mio figlio le ha fatte, glie le ho fatte fare, in modo che vada un po’ meglio; però questi, secondo me, sono traumi che saltano fuori a età più avanzate. Naturalmente non posso esserne sicuro; spero di no, però io sono sicuro che se avesse avuto una figura femminile sarebbe stato più equilibrato, o comunque più tranquillo. Essendo in famiglia solamente io e lui, e dovendo io andare a lavorare, praticamente lui ha passato e passa più tempo da solo che con qualcuno, ecco. Quindi ha dovuto sicuramente crescere più velocemente rispetto ai bambini che hanno entrambi i genitori.
Secondo te un’altra figura femminile di fianco a te gli fa bene?
Secondo me si, forse perché così, almeno, si apre un po’ di più con lei, e compensa il fatto che io non riesca a dargli tutto quell’affetto, essendo uomo, essendo padre, rispetto a quello che potrebbe dargli una madre, o comunque una figura femminile in generale. A questa età, magari, può anche essere che si debba abituare, perché ormai è così abituato a rimanere da solo che l’introduzione di una figura femminile deve essere fatta sicuramente con cautela, non si può fare dall’oggi al domani. Immagino che comunque sia una figura buona, anche se sicuramente non la considera come madre, questo è sicuro: magari come amica, ma non certo come madre. Non a quest’età, comunque.
Cosa vorresti dire a chi, come te, sta vivendo questa esperienza?
In base alla mia esperienza posso dire che il dolore, pur essendo fortissimo, col tempo – ci vuole molto tempo – piano piano si affievolisce. Di conseguenza, non bisogna cedere alla disperazione, alla tristezza, perché dopo sono solamente un ricordo. Non bisogna precipitare le cose, bisogna dare tempo al tempo, non buttarsi alla ricerca di qualcuno che possa sostituire la figura persa. Non funziona. Bisognerebbe riuscire prima ad ottenere una pace interiore, per poter dopo essere pronti di nuovo ad affrontare eventuali nuovi rapporti; altrimenti, se non si è in pace con se stessi, secondo me non si riesce poi a creare un rapporto solido. Per quanto riguarda i figli, sinceramente non so che consigli dare; è ovvio che ciascuno dà il massimo per i propri figli, cerca di sopperire come può alle mancanze della figura che è venuta a mancare, ma cosa fare non so. Io ho sempre cercato, almeno finora, fino a una certa età, di condividere tutto quello che facevo con mio figlio. Andavamo al cinema, giocavamo, cercavo di coinvolgerlo nello sport che facevo anch’io; poi, quando lui è cresciuto, adesso, per assurdo non riesco più a coinvolgerlo in niente. Ha i suoi spazi, i suoi amici, a lui piacciono cose differenti e di conseguenza adesso viaggiamo su binari separati. Vedremo se questo sarà un bene o sarà un male… L’unica cosa che mi dispiace anche in questo è non poter chiedere consiglio a nessuno, non ho qualcuno a cui chiedere consiglio. Se ci fosse stata mia moglie, magari, essendo in due, in qualche modo avremmo affrontato il problema, magari avremmo condiviso alcune scelte, mentre invece in realtà il peso ce l’ho tutto io sulle spalle. Non so se è giusto, ma la domanda “sto facendo bene, non sto facendo bene” me la faccio… Incrocio le dita, e spero che il mio modo di fare sia quello corretto.
Hai qualche consiglio da dare o delle esperienze che vuoi portare, per quanto riguarda le difficoltà che hai dovuto affrontare dal punto di vista pratico, magari anche economiche?
Difficoltà economiche sicuramente ci sono state… Io non navigo nell’oro, però per mia fortuna sono riuscito a gestirle da solo. È ovvio che ripercussioni ce ne sono, perché d’un tratto rinunci improvvisamente a quasi il 50 per 100 delle entrate, e di conseguenza ci sono cose che prima potevi permetterti e poi non puoi più farlo. Devo dire la verità: sono stato fortunato, perché ho avuto degli amici che mi hanno aiutato tantissimo. Per esempio con i vestiti, oppure quando avevo bisogno di prendermi del tempo libero: tenevano mio figlio, lo facevano dormire. Io ho potuto contare su questo, sono cose che per mia fortuna ho avuto. Se non avessi avuto loro, tutto sarebbe stato molto più difficile, questo sicuramente. È ovvio, si fanno delle rinunce: se si può andare in ferie si va, se non si può andare non si va. L’unica cosa che posso dare come consiglio è questa: io ho sempre detto la verità a mio figlio, sia sulla morte della mamma, sia su tutto quello che mi chiedeva, anche eventuali impossibilità economiche per poter fare delle cose. Su questo non ho mai mentito a mio figlio. Quindi l’unico consiglio che posso dare è questo: per me la verità va sempre detta. Non si sbaglia su questo.